28 gen 2010

27 gennaio: una giornata per non dimenticare

27 gennaio una giornata per non dimenticare lo sterminio di ebrei, ROM, disabili, prostitute, oppositori politici e migliaia di cittadine e cittadini omosessuali e transessuali.
Di omofobia e transfobia si muore oggi, in molti paesi del mondo. Nel Dicembre 2008 il Vaticano si è rifiutato di aderire all'appello dell'ONU per la depenalizzazione dell'omosessualità. Un atto di gravissima portata, se consideriamo che in alcuni paesi vige la pena capitale per il 'reato' di omosessualità.
Nel nostro paese ci vengono negati diritti fondamentali, con la paura di ripercussioni in campo professionale ci costringono ad essere invisibili. Gli episodi di intolleranza e violenza nei nostri confronti si sono intensificati negli ultimi anni. Non dobbiamo mai dimenticare e mai smettere di lottare.
Vi invitiamo ad una riflessione attraverso le parole di Primo Levi che nel capitolo conclusivo dell' opera "I sommersi e i salvati" scriveva:

"(...) è avvenuto contro ogni previsione; è avvenuto in Europa; incredibilmente è avvenuto che un intero popolo civile, appena uscito dalla fervida fioritura culturale di Weimar, seguisse un istrione la cui figura oggi muove al riso; eppure Adolf Hitler è stato obbedito ed osannato fino alla catastrofe. E' avvenuto, quindi può accadere di nuovo: questo è il nocciolo di quanto abbiamo da dire.
Può accadere e dappertutto. Non intendo né posso dire che avverrà, come ho accennato più sopra, è poco probabile che si verifichino di nuovo, simultaneamente, tutti i fattori che hanno scatenato la follia nazista, ma si profilano alcuni segni precursori.
La violenza 'utile' o 'inutile' è sotto i nostri occhi: serpeggia in episodi saltuari e privati, o come illegalità di stato (...). Pochi paesi possono essere garantiti immuni da una futura marea di violenza, generata da intolleranza, da libidine di potere, da ragione economiche, da fanatismo religioso o politico, da attriti razziali. Occorre quindi affinare i nostri sensi, diffidare dai profeti, dagli incantatori, da quelli che dicono e scrivono 'belle parole' non sostenute da buone ragioni.

(...) Ci viene chiesto dai giovani, chi erano, di che stoffa erano fatti i nostri 'aguzzini'. Il termine allude ai nostri ex custodi, alle SS, e a mio parere è improprio : fa pensare a individui distorti, nati male, sadici, affetti da un vizio d'origine. Invece erano fatti della nostra stessa stoffa, erano esseri umani medi, mediamente intelligenti, mediamente malvagi: salvo eccezioni, non erano mostri, avevano il nostro viso, ma erano stati educati male."

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