28 giu 2014

Sentinelle in piedi a Ferrara il 28 Giugno - Omofobia in piazza

Ai ferraresi che passeranno per piazza Trento e Trieste sabato pomeriggio potrà capitare di vedere una strana rappresentazione così fatta: persone in piedi, distante due metri una dall’altra, che per un’ora staranno immobili con un libro in mano.
Uno spot per la promozione alla lettura?, si chiederanno.
Una performance di teatro sperimentale?
Niente di tutto questo. Si tratta delle “Sentinelle in piedi”, un movimento che, a leggere le scarne notizie contenute nel sito, si autodefinisce apolitico e apartitico. Può darsi che queste signore e questi signori non abbiano in tasca la tessera di qualche partito, ma di sicuro conducono una battaglia, tutta ideologica, contro le rivendicazioni dei diritti delle persone gay, lesbiche e trans. Perché se è vero che il senso della loro messinscena sarebbe quello di vegliare sulla libertà di espressione e opinione, la stessa si declina solo ed esclusivamente sul tema della negazione dei diritti per gli/le omosessuali. Le “Sentinelle in piedi” nascono come versione italiana di un movimento francese, i Veilleurs Debout, che “denuncia le leggi che distruggono l’Uomo e la Civiltà” e, manco a dirlo, le leggi incriminate sono quelle che istituiscono il matrimonio fra persone dello stesso sesso, che regolamentano la possibilità di adottare da parte delle medesime e che tutelano i diritti dei figli di coppie omosessuali. Questi sono per le Sentinelle e per i loro fratelli francesi, il male assoluto che farà sprofondare la civiltà umana nelle tenebre se non si protesta subito e non si blocca immantinente qualunque visione pluralista, includente e laica della società. Perché le Sentinelle possono anche definirsi apartitiche e aconfessionali eppure i loro argomenti provengono da una visione assolutista della realtà, a senso unico, in cui non c’è spazio per esistenze diverse da quelle che loro ritengono le uniche giuste, in un atteggiamento mentale tipico dei fondamentalismi religiosi e politici.
Fra le loro argomentazioni troviamo gli oramai logori richiami alla natura e al concetto unico di famiglia composta da uomo e donna, con annesse rigide divisioni di ruoli, a scopo procreativo. Anche se oramai è perfino noioso ribadirlo, la natura ha solo stabilito che la procreazione abbisogna di un gamete maschile e uno femminile ma niente ha stabilito su legami di amore, affetto e tanto meno sulla costruzione sociale di una comunità.Ma ciò su cui questi signori e queste signore non vedono l’ora di fare i martiri, è ciò che loro chiamano “diritto di opinione”. Si legge sempre sulla pagine internet che le Sentinelle sono nate per impedire l’approvazione della legge Scalfarotto (ddl omofobia) che, a detta loro, sarebbe una legge liberticida che prevedrebbe addirittura un anno e sei mesi di carcere per chi si dicesse contrario alle unioni civili. Per rendersi conto di quanto sono false e tendenziose affermazioni del genere basta leggersi le prime due pagine del ddl in questione, che ben chiarisce quale sia l’ambito penale di applicazione della proposta di legge (che nella fattispecie mira all’estensione della legge Mancino anche ai reati commessi per omofobia).Vogliamo rassicurarli, non solo la legge Scalfarotto è sepolta al Senato e la ritroveranno solo i posteri, ma a parere di chi scrive non avrebbe impedito a nessuno di esprimere una opinione, per quanto becera, ma anzi l’avrebbe legittimata grazie all’emendamento Gitti che di fatto vanifica tutta la legge poiché consente a qualunque organizzazione sia essa politica, culturale, religiosa di dire e esprimere e diffondere qualunque sproposito, tanto quella non è discriminazione (leggere per credere!).  Insomma le Sentinelle in piedi sono terrorizzate dalla prospettiva un domani di non poter più dire che i gay, le lesbiche e i trans sono malati, che la loro è una perversione psichica, che hanno squilibri ormonali, che sono un abominio, che sono maschi o femmine mancate, che non possono essere genitori.Un po’ come se sentissimo qualcuno dire che è molto seccato di non poter dire liberamente che i negri sono sporchi, puzzano e hanno una intelligenza inferiore. Noi di Arcilesbica abbiamo pensato per un momento che era nostro dovere contrastare le Sentinelle in piedi nella stessa piazza, come è stato fatto in altre piazze italiane con risultati a volte efficaci, ma più spesso strumentalizzati dalle Sentinelle stesse. Ma poi abbiamo deciso che no, che una data per il movimento LGBT così importante come il 28 giugno non andava sprecata a cercare di contrastare posizione ideologiche che rifiutano per principio un dialogo, ma andava sfruttata per cercare di sfondare una volta di più quel muro di invisibilità che ancora impedisce una vista serena a molte persone gay lesbiche e trans di questo paese. Perché era il 28 giugno del 1969 la data in cui è iniziata a New York la nostra lunga strada verso la liberazione dai pregiudizi, dagli stereotipi, dalla violenza, dai soprusi e dalle discriminazioni, con quella che è passata alla storia come rivolta di Stonewall, durante la quale un gruppo di frequentatori/trici di un bar gay si oppose alla violenza delle retate della polizia. E’ partita 45 anni fa la nostra lotta, sempre democratica e mai violenta, per vederci pienamente riconosciute e riconosciuti come soggetti di pari dignità e pari diritti di tutti gli altri, ed è per questo che Sabato 28 Giugno, nel giorno della nostra ricorrenza più importante abbiamo deciso che andremo a sfilare al pride di Venezia per dare un segnale forte a un regione in cui quel muro di invisibilità è ancora forte e potente, e lasceremo le Sentinelle a vegliare da sole contro i propri fantasmi.

Direttivo Arcilesbica Ferrara