23 feb 2009

Povia: epilogo finale

Forse possiamo tirare un sospiro di sollievo: ora che la mirabile opera si è piazzata sul podio aspettiamo tranquillamente l’entrata in vigore della ferrea legge sanremese cosicchè le prime classificate siano già bellamente dimenticate in zona lunedì di Pasquetta del medesimo anno.
Dopo aver letto un testo mostruoso ci siamo disgustate con il classico motivetto orecchiabile e ruffiano, buono giusto per Sanremo o per la pubblicità di detersivi, afflitto dalla ridicola assonanza tra gay e lei ma, diciamocelo, risollevato dalla sorprendente assenza di mirabolanti condizionali stile vorrei, amerei che ti farei ora che non son più gheeeeeii. Troppa grazia.
Che la storia di Luca sia intrisa di luoghi comuni e stupidate omofobe, è fuor di dubbio.
Lo sappiamo noi e lo sanno quei genitori che non necessariamente si trovano ad essere ossessivi, disattenti o beoni. Nel caso poi lo siano non si spiega perché abbiano generato anche figli etero facendo venire inspiegabilmente meno la correlazione tra genitori cosìcosà e figliolanza invertita .
Definire il signor Povia un cincirinello omofobico è usargli una gentilezza.
L’irritazione aumenta vieppiù quando il Nostro afferma che lui no, lui voleva solo raccontare una storia personale, una vicenda particolare , niente più e niente popòvia di meno!!
Maledetto bugiardo.
E’ tecnica consumata quella di ammantare i propri pensieri con delicatezze ed eufemismi celando convinzioni biasimevoli dietro frasette morbide e, in questo caso, pure cartelli seriamente stupidi.
Peccato che non siamo nati ieri e anni di scontro con la Chiesa e le destre ci abbiano insegnato qualcosa: ogni tanto accade che il velo si strappi e il disvelamento sia immediato con buona pace per tutti gli esercizi retorici consumati nel tempo.
Già con l’imperfetto del titolo il messaggio era sufficientemente chiaro: ora che Luca gay non lo è più, in primo luogo c’è da festeggiare, in secondo luogo c’è speranza per tutti.
Avere il coraggio di dirla tutta, sarebbe in fondo apprezzabile.
Ricordate Milk? Lui combatteva contro leggi palesemente omofobe cercando di abrogarle attraverso strumenti democratici come il referendum: era uno scontro aperto sullo stesso campo di battaglia.
In Italia nessuno si sognerebbe di fare leggi contro di noi e nessuno si azzarda più a dire che l’omosessualità sia una malattia da curare o una pulsione distorta e diabolica. Molti ne sono ancora convinti.
La violenza è più sottile e culturale.
Lo sdegno, quella sana ira guidata dalla ragione che come tale può vivere anche nell’animo della persona mite, deve essere in ognuno di noi contro tutto questo.
Non sono solo canzonette.

Cristina Z.

1 commento:

  1. la president ci da grandi soddisfazioni. bellissimo post!
    dora

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